Che cos’è l’endometriosi?
L’endometriosi causa una serie di conseguenze sia fisiche che psicologiche. E’ una malattia cronica dell’apparato genitale femminile caratterizzata dalla crescita anomala di cellule endometriali fuori dalla sua sede abituale: l’utero. Nelle donne che soffrono di endometriosi il tessuto endometriale si accumula in altri organi, compromettendone il funzionamento.
Gli organi che possono risentirne sono principalmente:
- ovaia;
- tube di falloppio;
- peritoneo;
- intestino;
- legamenti utero sacrali;
- vescica;
- sedi lontane dall’utero come polmoni o colonna vertebrale
Quali sono i sintomi dell’endometriosi?
I principali sintomi dell’endometriosi sono dolori molto intensi durante il periodo mestruale, premestruale e nel periodo dell’ovulazione. Questi dolori sono dovuti al fatto che il tessuto endometriale, che ha invaso i vari organi, si infiamma durante queste fasi del ciclo mestruale. Durante le mestruazioni può accadere che il tessuto sanguini all’interno di essi, provocando emorragie, noduli e cisti.
In una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può tuttavia essere asintomatica.
Quali sono le conseguenze fisiche dell’endometriosi?
Come risultato delle lesioni causate da questa malattia e dell’infiammazione pelvica cronica si possono
riscontrare:
- infertilità;
- stanchezza cronica;
- disfunzioni sessuali, che rendono spesso i rapporti dolorosi.
È bene sottolineare che l’endometriosi da sola non comporta necessariamente sterilità. La sterilità si presenta nel 40% di donne affette da endometriosi e dipende dalla specifica condizione medica, livello di infiltrazione e stadiazione della malattia.
Quali sono invece le conseguenze psicologiche dell’endometriosi?
Alcuni studi condotti confrontando un gruppo di donne con endometriosi e un gruppo di donne che non soffre di questa patologia medica hanno evidenziato come le donne con endometriosi soffrano in misura significativamente maggiore di:
- depressione;
- ansia;
- sensibilità emotiva;
- somatizzazione.
Sono stati inoltre riscontrati alti livelli di stress percepito, questo significa che situazioni della vita di tutti i giorni vengono percepite come maggiormente stressanti dalle donne che tutti i giorni combattono con questa patologia.
Come conseguenza del progressivo deteriorarsi delle condizioni fisiche di chi ne è affetto, anche il funzionamento lavorativo , socio-relazionale e psicologico viene intaccato. La qualità di vita delle donne con endometriosi subisce un duro colpo. Nonostante le evidenze scientifiche dimostrino il forte impatto psicologico di questa malattia, a livello nazionale, poco e niente è stato fatto per fornire un valido supporto psicologico alle donne che ne soffrono.
Cosa puoi fare per affrontare emotivamente questa malattia?
1. Rivolgiti ad uno psicologo.
C’è una generale resistenza a chiedere un supporto psicologico. Da alcuni studi è stato rilevato che le donne con endometriosi hanno la tendenza a reprimere le proprie emozioni. Il mio consiglio è: non fatelo! Se la vostra sofferenza non può avere voce troverà comunque il modo di esprimersi, e molto probabilmente userà il corpo per farlo aggravando ulteriormente la sintomatologia.
Sfatiamo un mito...L’endometriosi è una malattia invisibile dall’esterno, la diagnosi certa arriva solo a seguito di un’operazione chirurgica, spesso effettuata d’urgenza. Può succedere che passino anni prima che un medico ci dica cosa sta accadendo al nostro corpo. Durante questo estenuante processo, non di rado, si incontrano medici incompetenti che liquidano le pazienti con frasi del tipo “a livello fisico non c’è niente, vada da uno psicologo”. Si crea così questa contrapposizione fisico-psichico. Riconoscere l’impatto psichico di una malattia fisica, e prendersene cura, non significa dis-conoscerne in qualche modo la sua reale esistenza, tutt’altro! L’endometriosi è una malattia cronica e recidivante che proprio a causa di queste sue caratteristiche causa una sofferenza psicologica e non viceversa.
2. Cerca supporto tra persone che condividono il tuo stesso problema.
Pur essendo vero che l’endometriosi è differente da caso a caso e da persona a persona, confrontarsi con altre donne che soffrono di endometriosi, condividere con loro un momento difficile o semplicemente chiedere un consiglio sullo specialista a cui rivolgersi, può aiutare. A tal proposito segnalo un gruppo Facebook molto attivo che conta un totale di quasi 38 mila partecipanti: endometriosi community.
Testimonianze: che cos’è per me l’endometriosi?
Ho chiesto alle donne della Community di condividere cosa significhi per loro soffrire di endometriosi.
Riporto alcuni stralci delle numerosissime risposte:
“L’ endometriosi è negazione, il fatto che mutili fisicamente nell’essere donna e non consenta molto spesso di diventare madri fa si che io di fronte agli altri sminuisca il problema. Non voglio essere diversa, non voglio partire in svantaggio e non voglio essere compatita” A.
“L’endometriosi è non vedere mio marito padre e sentirmi sempre inadeguata ai suoi occhi” E.
“L’Endometriosi è combattere con me stessa ogni giorno” B.
“ Endometriosi è privazione. Mi ha tolto la maternità , le tube , mi ha fatto venire l’alopecia da stress , i
farmaci mi hanno indotto la menopausa già a 32. Ma il sorriso, nonostante tutto, quello non me lo toglierà mai” N.
“L’endometriosi è la paura di come sarò domani, di quale nuovo dolore verrà fuori o di quale organo verrà
intaccato. La paura di non diventare madre” M.
“L’endometriosi è un dolore che devi accettare tu, ma anche chi ti sta attorno: il compagno, la famiglia, gli amici, i colleghi. E’ un dolore che ti toglie ogni forza, ti sfinisce, ti lascia vuota sul letto” A.
“È una malattia recidivante? Si! Cosa si fa? Si ricomincia a combatterla. Giorno dopo giorno” G.
“L’ endometriosi è sofferenza e solitudine. È una vita al di sotto delle potenzialità di ognuna di noi” N.
“L’ endometriosi è un tumore bianco così definito perché va a coinvolgere altri organi e piano piano ti
mangia. Endometriosi è per me, aver rinunciato ad essere mamma. Ne ho portato uno con me x tre mesi.
Lo sentivo. Avere provato questo e sapere di non poterlo più provare è triste. Si combatte per non soffrire e per non rassegnarsi. Si combatte per non stare male e per non essere un peso, specie per gli uomini che
non capiscono. A volte si è sole. Ma io voglio il meglio e combatto, comunque e sempre” A.
#lendometriosiesiste
Di recente alcune iniziative stanno cercando di porre l’attenzione pubblica sull’endometriosi, una malattia
tutt’oggi poco conosciuta nonostante la sua diffusione.
Sapevi che colpisce una donna su dieci?
Relativamente a questa condizione è stato stimato un ritardo diagnostico che va dai 4 ai 10 anni. Vi propongo questo video realizzato da Freeda Media.
Grazie a chi ha condiviso la propria storia.
Bibliografia
Gao, X., Yeh, Y. C., Outley, J., Simon, J., Botteman, M., & Spalding, J. (2006). Health-related quality of life burden of women with endometriosis: a literature review. Current medical research and opinion, 22(9), 1787-1797. Leggi QUI
Laganà, A. S., La Rosa, V. L., Rapisarda, A. M. C., Valenti, G., Sapia, F., Chiofalo, B., … & Vitale, S. G. (2017). Anxiety and depression in patients with endometriosis: impact and management challenges. International journal of women’s health, 9, 323. Leggi QUI
Vitale, S. G., La Rosa, V. L., Rapisarda, A. M. C., & Laganà, A. S. (2017). Impact of endometriosis on quality of life and psychological well-being. Journal of Psychosomatic Obstetrics & Gynecology, 38(4), 317-319. Leggi QUI
Grazie per questo articolo, c’è davvero bisogno che si parli di endometriosi. Mi trovo in disaccordo sul cercare supporto nel Gruppo, del quale io faccio parte, perché al momento la mia esperienza al suo interno è stata perlopiù negativa. Sono in uno stato emotivo e psicologico molto fragile e sinceramente gli interventi per me sono molto – troppo – deprimenti, perché purtroppo di questa malattia si tratta. Forse è adatto ad un tipo di pubblico che non sono io, e avrei puntato di più la luce sul fatto che non è esattamente una rete di sicurezza, che era il motivo… Leggi il resto »
Cara Sara, innanzitutto mi scuso per l’attesa. Ti ringrazio per il tuo commento che trovo prezioso ed interessante sotto diversi punti di vista. Confermo la tua percezione rispetto il sistema sanitario che non solo come psicologa interessata all’argomento, ma anche come donna, ho potuto constatare in prima persona. Non appena avrò raccolto ulteriori elementi sarà mia premura pubblicare un articolo che ne parli. Per quanto riguarda l’utilizzo del gruppo come supporto, nell’articolo mi sono espressa in termini generali, ma resta sicuramente una scelta e un’esperienza del tutto personale. Il gruppo è un amplificatore delle nostre stesse emozioni e se è… Leggi il resto »