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Lo stigma della malattia mentale

Oggi, purtroppo, c’è ancora un forte stigma legato alla malattia mentale e ai problemi di natura psicologica. Qualunque dolore o problema “fisico” sembra infatti essere accettato, ma se si tratta della psiche… Si ha paura di essere considerati “pazzi”.

Alla base dello stigma ci sono credenze e atteggiamenti nascosti che agiscono sul nostro modo di comportarci.

Vedremo che cos’è lo stigma, quali conseguenze può avere sulle persone che si trovano ad affrontare un problema psicologico o una diagnosi psichiatrica, e quali le soluzioni che si possono adottare per liberarsi dai preconcetti.

Ma andiamo con ordine.

 

Che cos’è lo stigma?

Capire che cos’è lo stigma e come agisce può aiutarci a superarlo.

Lo stigma è un processo sociale complesso che consiste nell’etichettare, svalutare e discriminare sulla base di una caratteristica particolare; questo processo coinvolge un insieme di componenti:

  • Cognitive (es. vedo una persona che si comporta in modo strano per strada, la etichetto come “pazzo”)
  • Emotive (es. provo paura, disgusto)
  • Comportamentali (es. lo evito, cambio marciapiede, lo guardo con pena)

 

Come agisce lo stigma?

Credenze e atteggiamenti nascosti sono alla base del comportamento legato allo stigma. Nascosti perché agiscono senza consapevolezza, sono frutto di schemi interiorizzati fin da piccoli che rispecchiano la cultura in cui viviamo.

Lo stigma è pericoloso perché non è frutto di un ragionamento razionale, logico, pensato: resta non detto e agisce anche a livello emozionale, spesso e volentieri provocando paura. Paura verso qualcosa che non si conosce e che la cultura ci ha trasmesso essere potenzialmente pericoloso oppure molto strano, da evitare. In questo caso la malattia mentale.

 

Stigma della malattia mentale: le conseguenze
Non ne posso parlare

Le persone non se la sentono di parlare apertamente o di chiedere aiuto per problemi di natura psicologica/psichiatrica. Di conseguenza nei momenti di difficoltà si cerca di ignorare il problema, di nasconderlo. Si arriva così a trascinarlo fino a quando diventa troppo grande per essere ignorato e deve per forza essere portato alla luce: si ha in questo modo un notevole ritardo nell’iniziare il processo di cura.

 

L’etichetta della diagnosi

Una volta fatta una diagnosi da uno specialista, questa tende a essere vista come statica, stabile, duratura. Un marchio che ci “etichetta”, che troviamo in anamnesi e che ci portiamo dietro in ogni luogo dove andiamo.

Gli effetti di questo processo possono essere deleteri per la persona: vi sarà la tendenza a vedere la malattia prima della persona, e/o tendenza ad assumere comportamenti che sono vissuti come sprezzanti o umilianti. Capita persino che le diagnosi non siano nemmeno accompagnate da una spiegazione, per cui viene cucita addosso senza che l’interessato abbia davvero capito cosa questa significhi.

 

Paura di ciò che non conosco

La stigmatizzazione spesso porta a sentimenti di ansia o paura e desiderio di evitamento verso la persona stigmatizzata.

 

Pessimismo terapeutico

La ricerca dimostra che gli operatori sanitari tendono ad avere opinioni pessimiste sulla probabilità di recupero/”guarigione” dei pazienti psichiatrici. La ricerca suggerisce anche che il pessimismo è associato a un senso di impotenza, che porta gli operatori stessi a credere che “quello che si fa non importa”.

 

Dentro gli ospedali

Sembra paradossale, ma lo stigma agisce anche all’interno di quei posti dove le persone vanno per essere curate. Secondo uno studio di Knaak e collaboratori (2017) lo stigma legato alla malattia mentale, o al disagio psicologico, è uno dei maggiori ostacoli all’accesso alle cure: essere quindi “portatori” di un vissuto con difficoltà psicologiche o di una diagnosi psichiatrica fa sì che nel momento in cui si accede in ospedale anche per altri motivi, si viene trattati in modo svalutante e, talvolta, disumano da molti degli operatori sanitari con cui si entra in contatto.

Ecco alcuni dei vissuti riferiti da chi li ha vissuti in prima persona:

  • Sentirsi esclusi dalle decisioni mediche
  • Ricevere minacce sottointese o palesi di trattamento coercitivo
  • Attese eccessive prima di ricevere aiuto
  • Non vengono fornite sufficienti informazioni sulla propria condizione o sulle opzioni di trattamento
  • Essere trattati in modo paternalistico o umiliante
  • Sentirsi dire che non guarirai mai
  • Non essere presi sul serio rispetto ai propri sintomi, che vengono ricondotti subito alla patologia psicologica/psichiatrica, creando ritardi nella diagnosi e nel trattamento

Tutto questo comporta cure di qualità inferiore come conseguenza della stigmatizzazione.

 

Come intervenire per ridurre lo stigma?

Ci sono delle possibilità di “intervento” per ridurre stereotipi, pregiudizi, e provare a ridurre lo stigma:

  • Informazione: solo conoscendo i processi che sottendono stigma, pregiudizi e stereotipi si diventa consapevoli dei modi sottili e non intenzionali che muovono il comportamento umano.
  • Contatto sociale: conoscere personalmente qualcuno con questi vissuti riduce gli stereotipi. E così si riduce l’ansia, aumenta l’empatia, e aumenta la comprensione verso ciò che prima non conoscevamo.
  • Formazione per ridurre gli stereotipi: sono sempre di più gli interventi di prevenzione, sia nelle scuole che in ambito lavorativo, finalizzati alla riduzione degli stereotipi e al cambiamento dei comportamenti. Speriamo che salute e malattia mentale vengano sempre più contemplati in questi programmi.
  • Nel nostro piccolo ognuno può fare qualcosa: sentitevi liberi e parlate con coraggio e naturalezza del fatto che state andando da uno psicologo/da uno psichiatra. Se tutti iniziano a parlarne sarà sempre più “normale” sentirlo e piano piano smetterà di essere un tabù.

 

Conclusioni

Lo stigma ha radici profonde nella cultura di appartenenza, e non è facile sradicarlo. Ognuno ha la responsabilità, nel suo piccolo, di cambiare questo mondo: la società è fatta di persone. Portare l’attenzione su questi fenomeni e processi è il primo passo per provare a modificare il nostro comportamento e, di conseguenza, il mondo che ci circonda e che abitiamo.

 

Bibliografia

Knaak, S., Mantler, E., & Szeto, A. (2017, March). Mental illness-related stigma in healthcare: Barriers to access and care and evidence-based solutions. In Healthcare management forum (Vol. 30, No. 2, pp. 111-116). Sage CA: Los Angeles, CA: SAGE Publications. LEGGI QUI

Goffman, E. (2009). Stigma: Notes on the management of spoiled identity. Simon and Schuster. VEDI QUI

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Eva Toccagni

Mi chiamo Eva Toccagni e sono una Psicologa e Psicoterapeuta in formazione presso la scuola IACP - Istituto dell'Approccio Centrato sulla Persona. Ricevo privatamente a Pavia, a Rozzano e offro consulenze e percorsi online. Mi occupo di counselling, percorsi di crescita personale e supporto psicologico a sostegno di situazioni di disagio e/o difficoltà. Mi rivolgo a giovani, adulti ed anziani. Sono iscritta all'Ordine degli Psicologi della Lombardia. Mi puoi contattare all'indirizzo: e.toccagni91@gmail.com.
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