"Spesso ho udito uomini vantare la loro solitudine, ma questo avviene solo perché vi sono ancora degli uomini in qualche luogo sulla terra, anche se lontani." Martin Buber
A un anno dall’identificazione del nuovo coronavirus, è ormai chiaro che la diffusione di COVID-19 rappresenta una minaccia non solo per la nostra salute fisica ma anche per il nostro benessere psicologico, in particolare, a causa dell’isolamento sociale imposto dalle misure di contenimento.
Sentirsi in pericolo: che effetto può avere sulla nostra mente?
Come discusso in un precedente articolo, la paura di essere contagiati e di contagiare gli altri, l’incertezza e l’impotenza di fronte ad un pericolo sconosciuto rappresentano possibili fonti di stress. Inoltre, la percezione di una minaccia diretta o indiretta alla nostra vita costituisce il principale criterio per la diagnosi di disturbo post-traumatico da stress. Questa condizione si manifesta con la tendenza a rimuginare sull’evento, maggiore sensibilità agli stimoli ad esso associati, difficoltà di concentrazione e ad addormentarsi, risposte di allarme esagerate, ma anche evitamento di situazioni simili, senso di distacco, estraniamento, perdita di interesse ed incapacità di provare emozioni positive.
Isolamento sociale: come può influenzare il nostro benessere psicologico?
L’isolamento sociale costiuisce una risposta necessaria alla diffusione di COVID-19; paradossalmente, rappresenta però anche una possibile minaccia al benessere psicologico degli individui. Gli studi dimostrano infatti che le misure di quarantena sono significativamente associate alla presenza di sintomi depressivi e ansia. Queste manifestazioni includono:
- tristezza
- mancanza di interessi ed energia
- tendenza a preoccuparsi in modo persistente, anche per piccole cose
- difficoltà a concentrarsi
- irritabilità
- tensione muscolare
- disturbi del sonno
La causa di queste manifestazioni sarebbe da rintracciare proprio nella deprivazione relazionale imposta dalle misure di contenimento e dalla conseguente impossibilità affidarci ai nostri “altri significativi” in questo momento di grande vulnerabilità. Non a caso, l’essere single o vivere soli è stato identificato come un fattore di rischio. D’altra parte, anche la convivenza obbligata – senza soluzione di continuità – può rappresentare una fonte di stress a causa della rottura dell’equilibrio precedentemente raggiunto tra bisogno di vicinanza e autodeterminazione. Infine, la noia, lo stravolgimento della routine quotidiana, la difficoltà a adattarsi ad un nuovo stile di vita ed eventuali preoccupazioni economiche possono intaccare significativamente il nostro benessere.
Conoscere per intervenire
Non tutti, però, sperimenteranno lo stesso disagio. Si stima infatti che una persona su cinque riporti sintomi clinicamente rilevanti mentre gli altri potrebbero manifestare sintomi lievi o non manifestarne affatto. Questo dipende dalla nostra vulnerabilità e dalle modalità – più o meno funzionali – con cui reagiamo alle situazioni stressanti. Ad esempio, coloro che tendono a reagire in modo esagerato di fronte alle difficoltà o a sperimentare più frequentemente emozioni negative sembrano più a rischio. Lo stesso sembra valere per i più giovani, le donne e coloro che hanno malattie croniche o una storia di psicopatologia.
Tuttavia, la consapevolezza riguardo le possibili conseguenze dell’isolamento sociale sul benessere psicologico a causa di COVID-19 e l’individuazione di coloro che sono più a rischio rappresentano il primo passo verso un’adeguata presa in carico. A tal proposito, interventi psico-educazionali e cognitivo-comportamentali si sono dimostrati efficaci.
Tutto il male vien per nuocere?
Infine, può essere interessante notare che per alcune persone il rallentamento dei ritmi lavorativi, l’affermazione dello smart-working, la possibilità di trascorre più tempo in famiglia, di dedicarsi alla cura di sé e ai propri hobby possono avere rappresentato risvolti positivi dell’isolamento forzato. Inoltre, il confronto con situazioni stressanti ci sprona ad affinare le nostre strategie di problem-solving, incrementa il nostro senso di autoefficacia e può contribuire ad una ridefinizione delle nostre priorità.
Non vi sembra che sottovalutassimo la potenza e la bellezza di un abbraccio?
Ovviamente questo non può cancellare, né compensare, gli effetti collaterali di quanto stiamo vivendo; eppure, potremmo chiederci cosa abbiamo imparato da questa esperienza.
Hai bisogno di aiuto? Ecco alcuni servizi gratuiti!
- Fondo Nazionale per il Supporto Psicologico COVID-19 Servizio Gratuito – Fondazione Soleterre Tel: + 39 335 771 1805
- Sportello COVID-19 No Panic – Istituto Specialistisco Italiano Disturbi da Attacchi di Panico -ISIDAP Tel: 800 060708; da cellulare: +39 375 653 7034
- #Italiatiascolto – Gruppi di ascolto e sostegno psicologico per persone maggiorenni che si trovino in una condizione di stress o sofferenza emotiva
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